Wynton Marsalis Recalls Billie Holiday on 100th Anniversary of Her Birth

Wynton Marsalis Recalls Billie Holiday on 100th Anniversary of Her Birth
The acclaimed musician describes what made Holiday a peerless talent and why her music endures today
When Wynton Marsalis was 24, he spent a year listening to Billie Holiday. “I listened to every record I could find of hers,” he says, “and every day I only listened to her.” One might expect a young Marsalis to spend a year with Louis Armstrong or Dizzy Gillespie, musicians who excelled on the trumpet, which he plays. But Holiday’s own instrument, her voice, contains multitudes — lessons on rhythm, phrasing and sophistication that any student of jazz would do well to study.
Marsalis spoke with LIFE to commemorate the hundredth anniversary of Holiday’s birth on April 7, 1915. In the video above, he discusses her rhythmic sensibility, why it’s a mistake to attribute the quality of her voice to the hardship of her life and how she came to be recognized as one of the greatest voices in the history of jazz.

parole

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parole, soltanto il silenzio è un fatto,
in questo nostro tempo tormentato,
l’unico modo di comunicare
certo, autentico, profondo, cui non si può sfuggire

il resto sono parole, solo parole vuote
in questo nostro tempo assurdo e martoriato,
parole troppo spesso inutili,
inutili parole, troppo spesso ignobili ed ipocrite parole

per molti, per troppi, forse per tutti,
la verità sembra voler essere un altrove,
per chi non la cerca e per chi dice di cercarla,
la verità è un altrove destinato a rimanere tale per sempre e per sempre tale

tale per sempre è la verità per chi non la vuole né l’ha mai voluta,
per tutti quelli che mai ne sono stati degni,
tale è la verità che pure esiste e a volte a noi si mostra e luminosa appare

parole, soltanto il silenzio è un fatto,
in questo nostro tempo tormentato,
l’unico modo di comunicare
certo, autentico, profondo, cui non si può sfuggire

il resto sono parole, solo parole vuote
in questo nostro tempo assurdo e martoriato,
parole troppo spesso inutili,
inutili parole, troppo spesso ignobili ed ipocrite parole

per molti, per troppi, forse per tutti,
la verità sembra voler essere un altrove,
per chi non la cerca e per chi dice di cercarla,
la verità è un altrove destinato a rimanere tale per sempre e per sempre tale

tale per sempre è la verità per chi non la vuole né l’ha mai voluta,
per tutti quelli che mai ne sono stati degni,
tale è la verità che pure esiste e a volte a noi si mostra e luminosa appare

© pino mercuri
giovedì 5 marzo 2015
ore 13:32

HUMAN STEPS BEYOND THE BRIDGE OF ISTORY
~ A step ahead towards the human nature

«Il mercimonio» – Ovvero l’ultimo addio al nulla e a ciò che non è e che non è mai stato

Per la terza figlia di Aldo, come per tutte le femministe, il matrimonio – o semplicemente il rapporto di coppia «uomo-donna» – fu semplicemente, solo e soltanto, un «mercimonio» tra lei e il «potere». Per lei, come per tutte le altre si trattò di rinunciare al proprio corpo – utero e vagina inclusi, e soprattutto! – offrendolo – inutile fardello – alla storia e al mondo in cambio del «potere in sé» che per questo tipo di «donna» si incarnava nel «potere sul maschio».

Così la terza figlia di Aldo, il proprio corpo fu strumento e «arma letale» da usare e utilizzare in quella che per lei era semplicemente la «lotta per il potere» – una vera e propria guerra di sterminio, guerra totale – che allo stesso tempo, avrebbe dovuto portare alla «soluzione finale» da attuare nel conflitto storico e apocalittico «maschio/femmina» che da sempre, a modo di vedere del femminismo, è stato il «motore della storia», concetto che aveva sostituito e soppiantato l’ormai obsoleta «lotta di classe» marxista. Un conflitto nel quale la soluzione finale non poteva che portare all’autodistruzione dell’umanità e alla mia morte.

In quella sua guerra, io sono stato e ho rappresentato il «terzo incomodo» tra le i e il potere. Dapprima semplicemente strumento di lotta da utilizzare a mia insaputa per sfuggire a quella che per lei era la dittatura e l’oppressione del «padre» e di suo padre, e allo stesso tempo – e successivamente – ostacolo da abbattere nel momento della battaglia finale là dove vittoria e premio sarebbe stata la cosiddetta «emancipazione», da definire altrimenti e più correttamente come «conquista del potere»: una conquista di un «potere assoluto» del «potere metafisico», del «potere in sé» e del «potere per sé» che, ben oltre qualsivoglia Rivoluzione Francese – Terrore incluso – e ben oltre la conquista del Palazzo d’Inverno e lo sterminio dei Romanov, la famiglia dello zar di tutte le Russie Nicola II, non poteva che portare, oltre che alla distruzione del «maschio/nemico», anche all’autodistruzione del conquistatore nel momento stesso della conquista e all’autodistruzione del genere umano.

Così fui io, l’inconsapevole e involontario capro espiatorio e agnello sacrificale della Storia e della natura umana alla quale urlo e urlerò per sempre il mio «NON VOGLIO!» finché avrò fiato per respirare e voce per gridare nel deserto e al mondo.

Niente e nessuno aveva, né poteva né può, arrogarsi il diritto di fare della mia persona, e senza il mio consenso, semplice «carne da macello» da consumare al fuoco lento e inestinguibile del dolore e della sofferenza eterna condannando la mia esistenza a un’inferno senza fine al solo scopo di «salvare» una natura umana che mai fu più disumana nell’infliggere alla mia persona la pena e la croce del ferro e del fuoco che da una eternità e per l’eternità brucia e consuma la mia anima e la mia carne, deprivando di ogni e qualsivoglia senso il mio nascere, il mio venire ed il mio restare al mondo finché la morte eterna, ultima ed unica umana salvezza e libertà, non sopravvenga e di me non resti altro che l’assoluto nulla e il suo non essere.

pm
sabato 21 febbraio 2015
ore 20:48:43

Helmut Newton, Two Playmates, Hollywood, 1986, 24 x 20 in. (60.96 x 50.8 cm.)

Photo: Helmut Newton, Two Playmates, Hollywood, 1986

Gustav Klimt, Femme à la cheminée, 1897-1898, Huile sur toile, 41 x 66 cm. © Belvedere, Vienne

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Exhibition of over 180 works at Pinacothèque de Paris explores The Vienna Secession

The Pinacothèque de Paris in partnership with Arthemisia Group and 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE, is once again exploring a fundamental aspect of Art Nouveau: the Secession, which developed in Vienna at the start of the 20th century. The leading exponent of this innovative breakaway movement was Gustav Klimt. The artist’s talent and brio, evident from his precocious debut to the opulent decoration of his mature works characterized by an abundance of gold, made him the driving force behind the evolution of the new current. Shortly afterwards the Secession triggered Expressionism, one of the major currents of modern art to which the Pinacothèque devoted an exhibition in 2011.

In the time of Klimt. The Vienna Secession’ traces in detail the development of the arts in Vienna from the end of the 19th century to the early years of Expressionism.

The show pivots on a selection of Klimt’s iconic works, from his early academic studies to the masterworks of his golden period. The Pinacothèque de Paris is proud to present two major works of the artist, the Judith I (1901) and the reconstitution of the Beethoven Frieze, which will not be able to be shown outside Austria for the next decade. The superb Study of a Woman with a Red Background by Gustav Klimt is presented in public for the first time. The works are accompanied by a collection of rare documents that provide insight into the life of Klimt and his family, including his brothers Ernst and Georg, both important artists with whom Gustav often collaborated. Particular attention is devoted to the early years of the Secession movement, the relationship with Paris and the influence of French artists, visible in the works of Carl Schuch, Tina Blau, Theodor Hörmann, Josef Engelhart and Max Kurzweil. This seminal experience – tellingly conveyed in the show by paintings on loan from the Belvedere and private collections – provided fertile ground for the development of the Secessionist movement. The exhibition continues with masterpieces by Secession artists, the Austrian avant-garde and early works by Egon Schiele and Oskar Kokoschka. The picture is completed by a section devoted to the flowering of the applied arts: from furniture – the product of an old and refined artisanal tradition – to precious jewels and splendid ceramics. These objects are accompanied by extensive documentation attesting to the genesis and evolution of great artists and architects of the period, such as Adolf Loos and Josef Hoffmann, and the Wiener Werkstätte. The exhibition features over 180 works from the Belvedere musem in Vienna and private collections. The exhibition is arranged by Alfred Weidinger, the curator and vice director of the Belvedere.

(Text by artdayly)
Gustav Klimt, Femme à la cheminée, 1897-1898, Huile sur toile, 41 x 66 cm. © Belvedere, Vienne

la mia alba – video poesia di Pino Mercuri

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“la mia alba” – poesia di (poem by) Pino Mercuri
voce recitante /performing voice: Pino Mercuri
video by Pino Mercuri

“la mia alba” Text
(former title: “l’alba della luna – il cielo di Berlino”)

dove, dove… dove?
dove, Pino, i tuoi anni, dove i giorni e la bellezza
dove gli amori?
Parigi è un sogno e Venezia è triste nella pioggia senza i baci degli amanti
dove sono, Pino, i giorni che verranno?

la luna è alta sopra il cielo
e Berlino è una notte che non dorme
dove sono gli amori?
dove, i tuoi sogni?
dove le notti degli amanti?

anche la luna stanotte soffre la lontananza…
la lontananza delle stelle che navigano il cielo
e Ulisse potrebbe essere triste senza le sirene

calma, la notte sorvola lieve le distanze
calma, la notte precede i giorni che verranno
eppure è l’ansia d’amore
l’ansia dei violini
l’ansia della voce in cerca del suo canto

si ride e si piange ad ogni addio
si ride e si piange quando un amore muore
si ride e si piange quando una vita nasce

è questo soffio
sì, è quest’ansia che il poeta chiama ansia d’amore

e alla fine di ogni cosa
alla fine della storia, nasce un nuovo amore
e la vita sorride…
tra le lacrime dolci sorride la mia vita come in sogno

e questa è l’alba…
l’alba che scopre la bellezza della vita

eccoci!… siamo all’alba
questa è la nostra danza
eccoti, dolce musica…
eccoti, sorriso di ragazza che nasci al primo amore!

oggi nel cielo ho disegnato la mia alba

pino mercuri
29 gennaio 2010
at 03:12 am

© Pino Mercuri 2010

HUMAN STEPS BEYOND THE BRIDGE OF ISTORY
~ A step ahead towards the human nature

© Pino Mercuri 2010

di cenere e di fuoco

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e quando fu bruciata tutta la mia carne,
consumata al fuoco lento del dolore
e come incendio il fuoco nelle vene, scorreva
tutta quanta la sofferta mia infelice, docile esistenza,
lacrime di sangue, aceto e sale sulle guance,
mi consegnai alla morte senza più un lamento

pino mercuri
lunedì 9 febbraio 2015
ore 16:53

la mia apocalisse personale

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come in un vortice,
ho sognato tutta la mia vita
ed ho sognato la mia morte
lacrime di fuoco bruciano la pelle
sento la morte che mi assale
ed io sono molto stanco

solo il dolore, ormai mi tiene avvinto al mondo
oltre il dolore, ci sei solo tu, amore mio lontano

oltre il dolore io t’amo
e so che anche tu mi ami
ma ormai la morte mi cammina accanto

pino mercuri
venerdì 26 dicembre 2014
ore 21:43

Sodoma e Gomorra

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ma se non c’è qualcosa di perverso
oggi l’arte non piace alle perverse genti
ma se non c’è qualcosa di perverso
oggi l’arte non piace alle degenerate genti

pino mercuri
lunedì 8 dicembre 2014
ore 21:24

HUMAN STEPS BEYOND THE BRIDGE OF ISTORY
~ A step ahead towards the human nature

l’Immacolata Creazione

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piena di grazia e leggiadria
ecco la danza fare della donna
la più divina tra tutte le Madonne

e si mostra nel corpo danzante della donna
la più pura e Immacolata Concezione
l’unica e vera Immacolata Creazione

nessuna pia, devota e religiosa immagine
potrebbe mai neppure imitare o alludere
alla perfetta bellezza della Creazione Umana

se un giorno ormai lontano – secoli e millenni già trascorsi,
un’Umanità bambina creò un dio a sua immagine e somiglianza
– e maschio e femmina lo creò nella sua fertile fantasia,
oggi di quel dio e delle sue religioni, superstiziose immagini e paure
rimangono a ferire l’anima sensibile e creativa di un’umanità nascente
che tanta grazia e leggiadria, già prima di nascere, in un passato ancor recente,
ha già creato ed iniziò a creare fin dall’invenzione della danza
– e di ogni arte si abbellì in tal modo l’Universo,
affinché musica e poesia e dipinti e forme e volti di uomini e di donne
giungessero o giungeranno a risvegliare alla bellezza dell’umana creazione ogni coscienza

pino mercuri
lunedì 8 dicembre 2014
ore21:24

Monday, December 8, 2014
HUMAN STEPS BEYOND THE BRIDGE OF ISTORY
~ A step ahead towards the human nature

dolore

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solo il dolore ormai mi tiene avvinto al mondo
solo il dolore mi tiene avvinto a questo turpe mondo
turpe, disgustoso, degenerato è il mondo
nulla di umano in questa umanità morente

il fetore immondo di Sodoma e Gomorra alita ovunque giunga
questa degenerata umanità senz’anima
gelida pietra il cuore, frigidi sentimenti e sterili
sterile di vita il mondo, ed io morente, dal dolore dolore vinto

solo il dolore mi tiene ancora avvinto al mondo

pino mercuri
lunedì, 8 dicembre 2014
ore 12:07

Monday, December 8, 2014 at 12:07 AM

HUMAN STEPS BEYOND THE BRIDGE OF ISTORY
~ A step ahead towards the human nature